Mamma e Papà e ora? Riflessioni sull'essere genitori.
- veronicagriguoli
- 1 giu 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Una delle frasi che più mi piace citare, quando si parla di #genitorialità è:
"Quando nasce un bambino nascono due genitori"
Proprio a sottolineare questo grande cambiamento. Fare i genitori è un vero e proprio #mestiere, sia nel senso più lavorativo del termine sia nel senso di sapere e arte, mi spiego meglio: quando si diventa genitori si ha poca consapevolezza di quelle che saranno le sfide in cui ci si ritroverà, delle capacità e risorse che si dovranno mettere in atto, poca è la consapevolezza anche della fatica che ci vorrà per adattarsi alla nuova dimensione familiare.
La psicologia si è interrogata molto sulla relazione che si instaura tra #mamma, #papà e #bambino, alcuni risultati sono entrati nel gergo comune (avrai sicuramente sentito parlare ad esempio del complesso di Edipo o di Elettra, dell'importanza di stabilire un attaccamento sicuro, ecc.) non solo, nelle sue ricerche la psicologia dello sviluppo ha preso molto in considerazione anche l'ambiente e il nucleo familiare in cui il bambino cresce. Evidenziando ad esempio l'importanza del legame mamma-bambino, il ruolo della figura paterna, l'importanza dei nonni e dei pari.
Secondo la psicoterapeuta Suzanne Haller (1992) la capacità genitoriale è un complesso costrutto che, implica la capacità di saper interagire con il figlio in modo protettivo, rassicurante, rispettando però le sue esigenze. L'idoneità genitoriale è definita dai bisogni stessi e dalle necessità dei figli, in base ai quali il genitore attiverà le proprie qualità personali, tali da garantire lo sviluppo psichico, affettivo, sociale e fisico del bambino.
A questo punto, potrete esclamare qualcosa del tipo: "Tutto facile solo sulla carta..." Già, sembra davvero così! Se alziamo gli occhi da questo articolo e ci guardiamo intorno, vedremo che essere genitori non è affatto una passeggiata. La famiglia da "mulino bianco" che ci hanno venduto da bambini in tv non è mai esistita, le mamme si stancano, i papà lavano i piatti e si occupano delle poppate notturne e mille altri esempi.
Per questo, quando incontriamo nella nostra quotidianità dei genitori (soprattutto se neofiti) dovremmo essere mooolto cauti nell'esprimere i famosi "consigli non richiesti" (parlo anche con voi #nonni).
Tuttavia, genitori cari a volte, un occhio esterno può aiutarvi, quando alle prese con gli aspetti emotivi della situazione, non vi accorgete di cadere in vortici che vi risucchiano energie e risorse. Come avrete letto nell'articolo "Che #stress !" il nostro cervello sotto stress lavora male e al risparmio, quindi inserisce una sorta di pilota automatico guidato dalle emozioni e non dalla razionalità, il quale durante i momenti di crisi farà aumentare le urla e la vostra frustrazione cosa che indebolirà la relazione con i vostri figli.
Provate ad immaginare questa situazione: vi siete tutti preparati per uscire e all'ultimo minuto il vostro bambino inizia a fare i capricci, se inserirete il pilota automatico probabilmente finirete in un vortice fatto di urla, pianti, rabbia e frustrazione, se invece vi fermerete un attimo, facendo magari tre respiri profondi, ponendovi alla stessa altezza di vostro figlio, cercando di capire cosa vi sta dicendo, parlandogli con un tono calmo, creerete uno spazio di ascolto che permetterà ad entrambi di comprendersi e di risolvere la cosa in metà tempo (provare per credere). Nella mia esperienza, ho incontrato diversi genitori di bambini e ragazzi e per ogni situazione ho cercato di lavorare ri-attivando quelle che erano le risorse già esistenti nella famiglia, lavorando sulla comunicazione oppure sulla gestione del tempo, per esempio.
Lasciandovi con una riflessione da fare oggi nella giornata mondiale dei genitori, vi ricordo che come diceva WILLIAM HODDING CARTER II:

A presto!
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