La scuola è iniziata (FINALMENTE!).
- veronicagriguoli
- 23 set 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Dopo i mesi di lock-down passati, il suono della campanella ha assunto un significato molto evocativo, è stato un po' come quando a capodanno, allo scoccare della mezzanotte il cielo si illumina di fuochi d'artificio.

Il 2020 tuttavia, non è certamente un anno come gli altri. Molte sono state anche le preoccupazioni legate alla sicurezza e alla salute non solo dei ragazzi ma anche degli adulti della scuola. Così in questo clima di eccitamento e incertezza gli alunni italiani hanno varcato i portoni degli istituti.
NUOVO ANNO, VECCHI PROBLEMI, forse poteva questa essere un'alternativa per il titolo di questo articolo. Anni di incuria non hanno facilitato "l'ecosistema scuola" ad assorbire il colpo del COVID-19. La diretta conseguenza di questa dis-organizzazione viene pagata dagli alunni con bisogni educativi speciali.
Facendo un piccolo passo indietro, vorrei spiegare ai non addetti ai lavori cosa sono i famosi BES e DSA, sigle che, se sei entrato almeno una volta ad inizio anno in una segreteria scolastica avrai sentito pronunciare nelle chiacchiere sospese dei corridoi delle segreterie scolastiche.
La sigla DSA sta per DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO, ciò significa che in presenza di un' intelligenza normale, assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, nonchè assenza di svantaggio culturale e sociale l'alunno presenta una fragilità in un'area specifica dell'apprendimento. E' una sigla ombrello che racchiude al suo interno difficoltà legate all'area della LETTURA, della SCRITTURA e/o del CALCOLO.
A livello cognitivo sono compromesse anche funzioni come la memoria di lavoro e la velocità di elaborazione di nuove informazioni. Come puoi immaginare, tutto questo diventa motivo di disagio dell’alunno, attenzione e fatica dell’insegnante e preoccupazione per i genitori.
Come si affrontano? Diversi sono i fattori che giocano a favore dell'alunno come ad esempio una lieve gravità, una diagnosi precoce (a partire dalla fine della 2° elementare), trattamenti di potenziamento tempestivi e l'attivazione di metodologie di studio personalizzate; tutti interventi che permettono di ridurre l’impatto della diagnosi e migliorarne la gestione del caso, seppur sempre in presenza di disturbi persistenti.
Nel corso degli anni duemila una serie di note ministeriali (5 ottobre 2004, 5 gennaio 2005, 10 maggio 2007) ha proposto misure a supporto per questi alunni; raggruppabili in due differenti tipologie:
compensative, ovvero strumenti, modalità didattiche e ausili in grado di supportare le funzioni inficiate (tabelle di mesi, alfabeto, tavola pitagorica, calcolatrice, registratore, videoscrittura e sintesi vocale);
dispensative, mirate a esonerare da attività inutilmente penalizzanti (lettura ad alta voce, scrittura sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline).
Tali norme inoltre, hanno dato indicazioni per le verifiche e le valutazioni e un’attenzione particolare alle lingue straniere. Nel tempo la questione dei DSA è apparsa molto più complessa della semplice introduzione di qualche misura dispensativa e/o compensativa e con la legge 170/2010 viene sancito il dovere di favorire il successo scolastico degli allievi con DSA, ridurre i disagi relazionali ed emozionali, «assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale» (Art. 1, comma 1).
Le successive Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento del 12 luglio 2011 danno attuazione ai principi sanciti dalla legge 170/2010. Esse inoltre, definiscono la predisposizione, entro il primo trimestre dell’anno scolastico, di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che specifichi le misure compensative, dispensative adottate, le attenzioni nei processi di insegnamento/apprendimento e le modalità di verifica, per ciascun alunno il tutto condiviso anche con le famiglie.
Nel 2012, il Miur emana un'altra circolare che, propone la codifica di alunni con Bisogni Educativi Speciali riferendosi a tre categorie:
gli allievi con disabilità, supportati dagli insegnanti di sostegno e che usufruiscono di un Piano Educativo Individualizzato (PEI);
gli allievi con DSA e diagnosi affini;
gli alunni in situazione di svantaggio socioculturale e/o linguistico.
La stesura dei PDP viene dunque estesa a un numero più ampio di soggetti, anche non certificati, in base alla valutazione fatta dalla scuola sui singoli bisogni (Direttiva 27 dicembre 2012 e CM 6 marzo 2013).
Quali sono i risultati di questo percorso? Le classi risultano oggi caratterizzate da grande eterogeneità, alunni certificati o meno, con problematiche stabili o temporanee, che richiedono la progettazione di didattiche inclusive in grado di raggiungere tutti (d’Alonzo, 2017). Un lavoro enorme per insegnanti, sempre più burocrati incastrati nelle documentazioni.
Dove interviene lo psicologo? Il lavoro dello psicologo, in questo caso debitamente formato, si svolge lungo tutto il percorso di accompagnamento dell'alunno, a partire dalla diagnosi, per passare poi alla stesura della relazione e al colloquio con la famiglia e la scuola, per poi andare oltre, includendo il piano di trattamento e potenziamento delle capacità dell'alunno e i successivi follow-up. Ovviamente la scuola rappresenta per i ragazzi un primo terreno di confronto e crescita e la presenza di difficoltà negli apprendimenti può portare a conseguenze anche sul piano emotivo, per citarne alcune basti pensare che circa il 20% degli alunni con DSA hanno anche un disturbo della sfera emotivo-comportamentale (ansia, depressione, fobia sociale, ADHD, disturbo della condotta), percentuali che aumentano di fronte a quei casi in cui l'intervento specialistico tarda ad arrivare. A mio parere già questo basterebbe per istituire la figura dello psicologo scolastico, ma ahimè la cosa non sembra essere così semplice.

Tralasciando le polemiche, auguro a tutti gli studenti e agli insegnanti di essere più RESILIENTI del solito e di vivere con gioia questo ritorno ad una nuova normalità.
Spero di esserti stata d'aiuto nell'orientarti all'interno di questo spaccato di scuola.
A presto!
Bibliografia
D’Alonzo. L., Differenziazione didattica, Erickson, Trento, 2017.
Frisio G., Armadio V., Paiano A., Russo M. R., Cornoldi C., Studio efficace per ragazzi con DSA. Un metodo in dieci incontri, Erickson, Trento, 2013.
Guaraldi G., Moretti Fantera M., Pedroni P., Al diploma e alla laurea con la dislessia. Storie di vita e metodologie per la scuola secondaria di secondo grado e l’università, Erickson, Trento, 201.
Pennac D., Diario di scuola, Feltrinelli, Milano, 2008.
Stella G., Grandi L., Come leggere la dislessia e i DSA, Giunti Scuola, Firenze 2011.
Riferimenti legislativi
Nota ministeriale 5 ottobre 2004, Prot. 26/A/4, Iniziative relative alla dislessia.
Nota ministeriale 5 gennaio 2005, Prot. 4099/A/4, Iniziative relative alla dislessia.
Nota ministeriale 10 maggio 2007, Prot. 4674, Disturbi di apprendimento-Indicazioni operative. Legge 8 ottobre 2010 n. 170, Norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, Gazzetta Ufficiale, n. 244.
Decreto ministeriale 12 luglio 2011 n. 5669, Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento.
Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012, Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.
Circolare Ministeriale del 6 marzo 2013 n. 8, Prot. 561, Indicazioni operative sulla DM del 27 dicembre 2012.
Sitografia
Carcer A., Antonietti A., Remedieval intervention for developmental dyslexia. How neuropsychological evidence can inspire and support a rehabilitation training, Neuropsycological Trends, pp. 73-95, 2017.
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