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Il primo colloquio con uno psicologo: quello che un futuro paziente vorrebbe sapere.

  • Immagine del redattore: veronicagriguoli
    veronicagriguoli
  • 20 apr 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 8 gen 2021

Se sei arrivato/a a questo punto vuol dire che sei una persona davvero molto coraggiosa, che ha deciso di prendersi cura di se stessa, iniziando un percorso che la porterà ad un maggiore benessere. I MIEI COMPLIMENTI!


Ora dopo aver fissato l'appuntamento con lo specialista hai però diversi pensieri che ti attanagliano, tra i quali forse riconoscerai qualcuno dei seguenti: "Sarà quello giusto?", "Ma io vado là e poi...", "Saprà leggermi nella mente?", "Mi toglierà il problema?", "Avrà il lettino?" "Devo guardarlo negli occhi?" ect, ect.


Sfatiamo qualche mito: la psicologia come la medicina ha diversi rami, c'è chi si occupa di bambini, chi di adulti, chi di coppie e chi invece di gruppi o di terza età. A seconda del caso il setting (per intenderci lo spazio ambientale e non solo) sarà quello più comodo rispetto all'attività che in quel momento sarà svolta nello studio. Ciò significa che qualche psicologo ha dei giochi per bambini nel suo studio, altri invece uno spazio grande per ospitare un cerchio di sedie, ma veniamo al famoso lettino.


Immagino che il cinema non ci abbia molto aiutato in questo, ebbene sappi che il lettino è presente solo nello studio degli psicoanalisti ovvero psicoterapeuti che lavorano secondo un modello di psicologia molto specifico la psicoanalisi. Ciò significa che non tutti gli psicologi sono psicoanalisti cosi come non tutti i medici sono ortopedici (prenditi pure un minuto per elaborare la cosa).


Ora, che hai forse, accettato l'idea di dire addio al lettino, ai sogni e a un terapeuta baffuto, ti farà piacere sapere che durante il primo colloquio quello che di solito tutti noi facciamo è CONOSCERCI!

Eh già, prima però dovrai firmare dei moduli che garantiranno il tuo diritto alla privacy e alla riservatezza, per questo prenditi pure il tuo tempo, per leggerli e chiedere eventuali delucidazioni.


Una volta terminata questa prima parte, potrai nel modo che più preferisci raccontare di te, della tua vita, della tua esperienza e del perché sei arrivato su quella poltrona (è l'alternativa più diffusa al lettino ). Di fronte a te troverai, un professionista che ti offrirà uno spazio di ascolto attento e privo di pregiudizio, accogliendo le tue emozioni mentre cercherà man mano di riordinare le informazioni che tu stesso gli fornirai in modo da avere un quadro completo e chiaro del tuo funzionamento, a volte questa fase dura più di un colloquio e può essere arricchita dalla somministrazione di alcuni test o questionari che serviranno a completare il puzzle.



Alla fine di questa prima fase, verrai messo a conoscenza di quello che il tuo psicologo ha colto dalla tua storia, dalle tue risorse e dalle aree fragili che sono emerse. A questo punto ci sono diversi scenari, che a seconda del caso posso verificarsi, i più frequenti di solito sono la presa in carico ovvero paziente e psicologo decidono di iniziare il percorso. Oppure l'invio ad un altro collega; questo non significa che tu sia grave o incurabile ma che di fronte hai un professionista che in ragione del suo SAPER ESSERE ha ritenuto di non rappresentare il terapeuta più adatto alle tue esigenze in quel momento.


Bene, spero di aver chiarito i tuoi dubbi a proposito del primo colloquio, nel caso tu ne abbia altri, ti aspetto nei commenti.


A presto!


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